McDonald's

La cucina del mondo da McDonald’s

Al mio amico Andrea, con l’augurio di girare il mondo assaggiando tutti questi super-panini.

Io parlo prevalentemente male di McDonald’s, pur avendolo saltuariamente frequentato. E, del resto, credo che questa catena di fast-food non abbia certo bisogno della mia pubblicità, positiva o negativa che sia. Infatti, seppur non ritengo ci siano motivi validi per andarci, non sto proponendo il classico articolo di chi, dall’alto delle sue conoscenze o del suo palato, si comporta da riduzionista criticandone in blocco la clientela o il concetto o i cibi serviti.
Il motivo principale per cui ritengo non valga la pena frequentare i locali McDonald’s è che… non offrono nulla di conveniente né in termini di qualità, né di gusto, né di salute e né di risparmio. In altre parole: un’alternativa migliore in almeno uno di questi ambiti c’è sempre, se si è interessati a cercarla e a “rischiare” di spendere per un pasto diverso, non più circondati dalla rassicurante aura di una onnipresente campagna pubblicitaria.
Infatti non avrei neanche mai pensato di scrivere un articolo che trattasse il mondo dei “fast-junk-food” americani, fino a quando mi sono imbattuto in questo video

creato da un sito specializzato in classifiche di vario genere, soprattutto musicali. Si tratta di una top-ten, chiaramente soggettiva, di quelle ricette tipiche che McDonald’s inserisce soltanto nei menu di un determinato paese per attirarne la clientela e creare una sorta di legame fasullo col territorio e le tradizioni. Mi sono posto tante domande: quanto queste ricette sono fedeli alle originali? (la risposta non credo che la avrò mai); quanto ampiamente questa idea potrebbe essere sviluppata? Forse fino a creare una sorta di ‘fast-food’ parallelo con soli piatti tradizionali aggiornati? Quanto si potrebbe imparare da persone che, comunque la si pensi, progettano strategie di marketing fuori dal comune?

Ho deciso di analizzare nel dettaglio le dieci proposte del video, sia per raccontare un po’ la storia e la cultura dietro ad esse, sia per qualche considerazione.

10) POUTINE

Scelta disponibile soltanto in Québec, lo stato francofono del Canada. La storia di questa nazione (la seconda più grande del Mondo) è poco nota ma molto travagliata: prima dello stabilizzarsi delle aree a influenza francese ed inglese è stato un susseguirsi di guerre e massacri, prima contro i Nativi e poi tra gli stessi europei. L’area francese, tradizionalmente più povera, è rimasta molto attaccata alle sue tradizioni ed al legame con la madrepatria: la poutine è il piatto simbolo di questa parte di mondo, anche se pare nato per caso (la traduzione del vocabolo è, più o meno, “pasticcio”). Negli anni ’50 un cliente di un pub ordinò, testualmente, “delle patatine fritte ricoperte di formaggio cheddar fuso e brodo di carne” ; il gestore acconsentì a prepararlo creando la ricetta, che è rimasta più o meno invariata. E che, a ben vedere, si presta alla perfezione per essere preparata in una catena di montaggio quale McDonald’s, dato l’ingrediente base (le patate fritte) già presente e le salse, facili da unire.

944809_10153605372650427_1916959660_n-620x229

9) CHEESE KATSU BURGER

Si inizia a fare sul serio. La cucina giapponese è una delle più complesse del mondo ed ha subìto, in tempi non sospetti, l’influenza degli Europei. I portoghesi, sottovalutatissimi ma onnipresenti mercanti e coloni dell’Età Moderna, hanno portato non solo la tecnica di frittura in pastella chiamata tempura, ma anche l’usanza di impanare e friggere la carne ben nota anche agli amanti della cotoletta alla milanese. I piatti della tradizione del Sol Levante con origini straniere si chiamano yōshoku ed il katsu (o tonkatsu) è uno di questi: carne di maiale infarinata nel panko (un pane grattugiato tipico del luogo), passata nell’uovo e fritta, accompagnata poi con salse tipiche quali la ponzu o la zuppa di miso.
La versione di McDonald’s è un ibrido tra il katsu classico ed il cordon-bleu, con un ripieno di formaggio cremoso.

MTI4OTkzNDk4MzU4NjUxMzU4

8) McRICE BURGER

Qui c’è poco da dire: togliendo il pane, diventato una sorta di torta di riso molto diffusa anche in certi locali bio, si tratta di un McChicken classico. Genericamente pensato per il ‘sud-est asiatico’ , che sarebbe come accomunare le cucine di Marocco e Albania.
mcrice-burger_5

7) CREATE YOUR TASTE

Una scelta molto sensata a mio parere, quella di permettere al cliente di comporre il panino a suo piacimento. Considerando che, tra intolleranti e schizzinosi, sono convinto che un buon 15% delle ordinazioni sia comunque provvisto di “variazioni” varie che i malcapitati nel retro devono memorizzare durante i ritmi ultrarapidi di preparazione. Questa idea è, peraltro, uno dei cavalli di battaglia da anni di Burger King con il celebre panino Whopper.

6) McSHAWARMA

Per capirci: shawarma è la versione in lingua araba di “kebab” . Questo termine, di origine persiana, significava genericamente “arrostito” ; l’invasione del Medio Oriente da parte dei turchi, popolo guerriero proveniente dall’Asia Centrale e la loro usanza di cuocere la carne allo spiedo direttamente sulle spade in modo da essere sempre pronti al combattimento, ha creato la tecnica (che tutti abbiamo visto almeno una volta) della carne infilzata su uno spiedo verticale, che arrostisce a fuoco lento. L’espansione turca, anche a discapito degli altri popoli islamici, ha diffuso il kebab in gran parte dell’Asia e dell’Europa (ne avevo parlato in questo articolo).
Il McShawarma dovrebbe essere una delle proposte più buone analizzate qui: racchiuso in un pane più simile alla pita (pane piatto, lievitato, simile alla nostra piadina) e condito con cipolle, tahina (una pasta a base di sesamo e olio) e insalata, è pensato anche per le esigenze alimentari degli ebrei. Certo, niente a che vedere con la shawarma a regola d’arte marinata nel limone e speziata a dovere, ma si parla di fast-food e non sono affatto sicuro che sia meno salutare di un kebab da passeggio.

wpaqpisb

5) BRIE NUGGETS

La cucina russa è un’ottima cucina, tenendo conto del poco che può offrire un territorio così ostico dal punto di vista climatico. Il problema dei russi, non solo ai fornelli, è il maledetto complesso di inferiorità che hanno sempre avuto nei confronti dei francesi, arrivando al punto di voler adattare tutto il galateo imperiale (arredamenti a corte, abbigliamento, costumi) ai modi di Versailles. Quindi sì, i Brie nuggets non li troverete in un McDonald’s di Lione, ma di San Pietroburgo o di Rostov. Formaggio impanato e fritto, che i clienti non hanno vergogna ad inzuppare in salse quali ketchup o peggio. Dal canto mio, credo di preferire il borsch.

tumblr_lk42zsAZC01qcn3o7o1_1280-560x385

4) PIZZA McPUFF

Un guazzabuglio, disponibile nei fast-food della misteriosa India, di cui non riesco a capire se somigli di più a una samosa (involtino di ceci speziati pastellati e fritti) o a uno di quei chili scadenti serviti nei ristoranti del sudovest degli Stati Uniti, dolciastri e ricoperti di formaggio fuso. Probabilmente a nessuna delle due, dato che l’idea sarebbe quella di racchiudere una pizza vegetariana (con mozzarella, e va bene; fagioli e piselli, e non va bene per niente) in una pasta sfoglia fritta. L’insieme è talmente improbabile che potrebbe anche essere vincente, soprattutto in una nazione in cui il 30% della popolazione non mangia carne per scelta (e muore di fame, ma è un altro discorso).

of_vg_pizzmcpuff

3) CORDON BLEU BURGER

Terzo posto che mi sfugge: il principio è simile al quello del cheese katsu burger (nona posizione) ma senza un briciolo di esotismo, anche se immagino cambieranno leggermente gli aromi o le dimensioni della carne. Quindi non trovo particolarmente interessante questo panino diffuso soprattutto nell’Europa dell’Est.

2) DAS NÜRNBURGER

Una cosa che mi sono sempre chiesto è, appunto, perché non mettere l’hot-dog da McDonald’s. Se ci saranno ragioni commerciali a me ignote che impediscono di fare questa scelta, è altrettanto vero che in Germania parlare di “hot-dog” sarebbe riduttivo e offensivo: la cultura del würstel, carne di vario tipo e vario taglio insaccata e cotta in mille modi, è diffusissima e, ritengo, anche oltremodo dignitosa. Alcune salsicce di quelle zone sono veramente buone e comparabili come sapore, nutrimento e complessità, anche a piatti a prima vista più elaborati e celebrati.
Tra i tanti possibili è stato scelto il Nürnberger Rostbratwurst (“Salsiccia arrostite di Norimberga”), un würstel delicato di carne suina, aromatizzato con la maggiorana e cotto alla griglia. L’accompagnamento proposto da McDonald’s è quello classico, robusto e saporito: crauti, formaggio, pancetta.
In realtà io credo che non abbia assolutamente senso consumare lì questo panino: il würstel è un cibo di strada che si trova ovunque e si può consumare sia col pane che senza. Trovo improbabile che quello di McDonald’s sia superiore a quello di un baracchino medio.

HONORABLE MENTIONS (preludi al primo posto):

) McMOLLETES

Un pane bianco messicano, di origine spagnola, servito con olio d’oliva, aglio, pomodoro ed una fetta che dovrebbe essere lardo (ma forse è formaggio). Lo slogan di questo piatto è “comincia bene la giornata” ; del resto tutti sanno che l’aglio aiuta a rilassarsi.

) GAZPACHO

Salsa spagnola a base di verdure frullate, da servire ghiacciata (in questo caso in un brick).

) GREEK Mac

La cucina greca e quella turca sono veramente simili (anche se non è il caso di dirglielo). Il principio è lo stesso del döner kebab o del McShawarma: la pita che racchiude carne arrostita, cipolle, pomodori e insalata. La differenza qui immagino sia nella salsa, a base di yogurt come lo tzatziki e nella carne, dato che è ammesso il maiale (che si cuoce allo stesso modo e si chiama gyros, o γύρος).

1) CHICKEN MAHARAJA Mac

Big Bang Theory a me ha stufato dopo tre stagioni e mezzo, ossia quando il concetto geniale dei “nerd” la cui vita viene sconvolta dall’arrivo della bellona è stato completamente snaturato in favore dei buoni sentimenti, della cronaca rosa e della superficialità degli spettatori assuefatti. Credo che sia soltanto per la pubblicità con il personaggio indiano Rajesh (che aveva “previsto” l’invenzione di questo panino) che il Chicken Maharaja Mac sia al primo posto. Si tratta di una sorta di Big Mac, difficile da addentare viste le dimensioni, con pollo (per venire incontro alle esigenze di molti induisti, che non mangiano manzo; o degli islamici, che non mangiano maiale) ed i soliti condimenti. La differenza potrebbero farla la salsa al curry o il piccante accentuato. Ma troppo poco, per quel che mi riguarda, per meritare il primo posto.

008_maharajamac

Le conclusioni a questo articolo sono delle ovvietà: è normale che una catena di ristoranti di fama mondiale, seppur non interessata alla qualità del prodotto, cerchi il rinnovamento per proporre qualcosa di nuovo, o qualcosa di vecchio col nome cambiato ad una clientela affezionata, che ama la consapevolezza di trovare in qualsiasi parte del mondo gli stessi sapori e le stesse proposte. Se evoluzione deve essere, trovo positiva questa ricerca e questa riscoperta dei piatti tradizionali, ancorché “di compromesso” o tradizionali solo nel nome. Del resto è quel che sta accadendo in gran parte del mondo gastronomico, con la riproposizione di ingredienti dimenticati o di ricette giudicate “sorpassate” . Il mondo, in generale, ha spesso bisogno di momenti di riflessione e contemplazione, ricompattandosi nelle sue radici, vere o fittizie che siano. Senza il passato non si può capire il futuro.
Probabilmente anche nel mondo del cibo-spazzatura.

SHAWARMA DI POLLO
(per quattro persone)

un petto di pollo
due pomodori
qualche foglia di lattuga
20 gr di semi di sesamo bianco
due spicchi d’aglio spremuti
olio d’oliva
il succo di due limone
peperoncino in polvere
cipolla cruda tagliata a rondelle (facoltativa)
250 gr yogurt greco
mezza radice di zenzero
foglie di coriandolo
sale

È una preparazione molto semplice da servire in una pita, condita con pomodoro fresco tagliato a pezzi, lattuga tagliata a listarelle, cipolla cruda e due salse (greca e tahina). Sono dell’idea che non valga mai la pena di fare il pane in casa: comprate la pita già pronta, si trova nel reparto etnico di Ipercoop o Esselunga.

Fare la salsa greca: versare in una zuppiera lo yogurt, il succo di mezzo limone, l’aglio spremuto (con l’apposito strumento), un giro d’olio d’oliva e il sale, amalgamando bene. Conservare in frigorifero.

Fare la salsa tahina: tostare in padella il sesamo finché sarà dorato ma non bruciato. Inserirlo in un frullatore ad immersione insieme a 1/3 di bicchiere di olio d’oliva, frullando fino ad ottenere una pasta vischiosa e profumata. La tahina andrebbe fatta con l’olio di vinaccioli (i semi dell’uva), che è però poco reperibile e costoso. Si può in alternativa comprarla già pronta.

Tagliare il pollo a striscioline, salarlo e metterlo a marinare col limone restante, con l’olio restante, con lo zenzero grattugiato e col peperoncino. Una volta marinato per un pomeriggio, cuocerlo in padella già calda a fiamma alta: deve dorare e non bollire. Una volta ben cotto si può comporre il panino.

spicy-Chicken-Shawarma-Recipe-by-Chef-Zakir

Photo Credit:
http://www.vvox.it/wp-content/uploads/2015/03/McDonalds_2192474b.jpg
http://foodology.ca/wp-content/uploads/2013/12/944809_10153605372650427_1916959660_n-620×229.jpg
http://a5.files.blazepress.com/image/upload/c_fit,cs_srgb,dpr_1.0,q_80,w_620/MTI4OTkzNDk4MzU4NjUxMzU4.jpg
http://www.dramafever.com/st/news/images/mcrice-burger_5.jpg
http://img.uphaa.com/uploads/1009/wpaqpisb.jpg
http://thisiswhyyourehuge.com/wp-content/uploads/2011/04/tumblr_lk42zsAZC01qcn3o7o1_1280-560×385.jpg
http://i164.photobucket.com/albums/u29/Josh_Dalton/of_vg_pizzmcpuff.jpg
http://www.bloomberg.com/ss/09/07/0722_innovative_burgers/image/008_maharajamac.jpg
http://www.recipesfab.com/wp-content/uploads/2014/05/spicy-Chicken-Shawarma-Recipe-by-Chef-Zakir.jpg

 

 

Logo_libera

Vuoi contattare direttamente Davide? Compila il modulo qui di seguito!

[contact-form-7 id=”1594″ title=”Contattami manny”]

Autore Davide Maniaci

Laureato in Storia, giornalista pubblicista per due settimanali locali. I miei interessi spaziano dalla cucina ai viaggi, dalla storia dell'arte alla musica rock. Tutto questo riassunto in un obiettivo: la divulgazione. Amo l'idea che chiunque possa sapere tutto e nel mio piccolo provo a realizzarla. Curo una rubrica di cultura gastronomica su ilovefoods.it dal 2015.

Leggi anche

insalata dietetica

Occhio a quell’insalata “dietetica”

Quando sono a lavorare a Milano (il Martedì), cerco di organizzarmi la pausa pranzo in …