Avete mai sentito parlare di “eating emozionale” o più comunemente “fame nervosa”? Vediamo da vicino di cosa si tratta esattamente.
In sintesi è la situazione vissuta da quelle persone che mescolano le emozioni con l’assunzione di cibo e usano il cibo per far fronte alle emozioni che ogni giorno incontrano. Se ci pensiamo è abbastanza intuitivo e comune (purtroppo) vedere che molte persone mangiano in eccesso, non riescono a mantenere un peso per loro ragionevole, spesso ingabbiate in un meccanismo inconsapevole attraverso il quale mangiano male, spesso troppo a loro insaputa, per motivi emotivi.
C’è chi mangia perché si sente solo e non riesce ad aprirsi e condividere i propri stati d’animo con gli altri. Questo è solo uno dei tanti esempi. Il circolo vizioso che si instaura è complesso: mangio perché mi sento solo, spesso ciò mi porta ad ingrassare e questo complica ancora di più i rapporti interpersonali mettendo a rischio un calo dell’autostima.
Si parla di fame emotiva o nervosa, in quanto il cibo viene inserito per motivi diversi dalla fame. Dietro ci possono essere preoccupazioni, insoddisfazioni, solitudine, noia, rabbia. Il cibo quindi, assume altri significati, diventa una sorta di regolatore del proprio mondo emotivo o di emozioni spiacevoli. Il cibo dà quindi conforto e diventa paradossalmente una cura. Ma cosa fare nel momento in cui la situazione sfugge di mano fino a farci perdere la forma desiderata e portandoci a non piacerci più allo specchio?
Individuare il motivo di questo stato di solitudine, è il primo passo per affrontare il problema del mangiare in eccesso. La solitudine può essere dovuta a pensieri irrazionali che ci fanno credere di essere incapaci di gestire rapporti sociali e in questo caso si possono superare tali pensieri favorendo proprio gli incontri, le uscite e le partecipazioni ad eventi collettivi. Questo, per toccare con mano che tutti siamo in grado di relazionarci, perché è una capacità innata.
In altri casi la solitudine è data dal fatto che le relazioni che s’instaurano sono superficiali o incomplete perché si teme che esprimendosi si possa essere mal giudicati dall’altro; in tal caso c’è alla base la paura di condividere le proprie emozioni. Tali pensieri si possono superare allacciando amicizia con una o massimo due persone, con cui aprirsi e toccare con mano che a volte la paura del giudizio negativo può essere immotivata.
Infine, identificando ciò che scatena questa fame nervosa, è possibile adottare strategie e tecniche più appropriate che permettano di gestire al meglio eventuali problemi emotivi sottostanti, evitando di utilizzare il cibo come soluzione ultima.