La nostra mente influenza notevolmente il nostro corpo. Diversi studi e ricerche hanno dimostrato che la mente ci permette di compiere cose incredibili con la forza di volontà e non solo. Riusciamo a trovare la forza per superare diverse avversità. La nostra mente, purtroppo, può determinare aspetti negativi come lo stress, l’ansia, la depressione e le preoccupazioni che perdurano nel tempo. Questi disturbi, a lungo andare, possono portare ad un aumento della pressione sanguigna, ad un indebolimento del sistema immunitario, a frequenti mal di testa, a disturbi gastro-enterici.
Come tutto ciò può influenzare il nostro corpo, il sistema nervoso e di conseguenza il sistema muscolo-scheletrico?
- Sistema Nervoso
Quando il corpo è stressato, il Sistema Nervoso Simpatico (SNS), genera ciò che è noto come risposta “attacco o fuga”. Tutte le sue risorse energetiche a disposizione vengono indirizzate a combattere quanto riconosciuto come possibile minaccia per la vita o a fuggire da un nemico. Ad esempio se si sta guidando e un’auto ci taglia la strada, per evitare l’incidente, si tenderà ad evitarla.
La risposta del SNS è abbastanza improvvisa affinché il corpo sia in grado di rispondere alla situazione di emergenza o di stress acuto o di stress di breve durata. Una volta che l’attivazione del SNS è terminata, il corpo di solito ritorna allo stato di pre-emergenza – stato di quiete.
Lo stress cronico, quello che dura per un periodo prolungato di tempo, può provocare un esaurimento delle energie del corpo. Il SNS che continua ad innescare reazioni fisiche provoca usura e danno al corpo, causando l’insorgenza di patologie negli altri sistemi corporei.
- Sistema neuroendocrino
I principali effettori della risposta allo stress sono localizzati nell’ipotalamo, nell’ipofisi e nelle ghiandole surrenali. Questo complesso di strutture è indicato come asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA).
Oltre all’asse HPA esiste anche il sistema simpatico-midollare (SAM).
Le cellule neuroendocrine dell’ipotalamo secernono e sintetizzano l’ormone di rilascio della corticotropina (CRF) che è il principale regolatore dell’asse HPA. In risposta allo stress, il CRF attiva l’ipofisi che a sua volta inizia a rilasciare l’ormone adrenocorticotropo (ACTH). Questo ormone stimola la sintesi e la secrezione di glucocorticoidi, tra i quali il cortisolo, a livello della corteccia surrenale.
L’ipotalamo stimola le ghiandole surrenali a produrre l’ormone adrenalina che agisce mantenendo il corpo in stato di allerta per la sua risposta di attacco o fuga. L’adrenalina fa sì che il SNS prevalga sul Sistema Nervoso Parasimpatico (SNP), il che comporta ad esempio una diminuzione della digestione e un aumento del battito e della gittata cardiaca.
Cortisolo e Adrenalina sono definiti “ormoni dello stress”.
L’attivazione inadeguata o eccessiva del HPA e del SAM può portare all’insorgere di patologie dei vari sistemi di seguito riportati.
- Sistema muscolo-scheletrico
L’adrenalina porta a dei cambiamenti, sotto stress, al nostro corpo; uno di questi è la contrazione muscolare che perdura nel tempo a causa dello stato vigile portato dal SNS. I nostri muscoli reagiscono così per protezione e per essere pronti a “combattere”.
Lo stress psicologico può attivare il sistema muscolo scheletrico anche senza un’azione richiesta. Questa tensione muscolare nel tempo può condurre a dolori a spalle, cervicale, schiena e soprattutto a quei mal di testa definiti cefalee miotensive.
- Respirazione
Le situazioni di stress possono portare ad un aumento del fabbisogno metabolico con conseguente iperventilazione. Una maggiore ventilazione, normalmente, prepara il corpo all’azione. Quando la minaccia è interna assistiamo alla perturbazione dell’omeostasi (la naturale tendenza al raggiungimento di una relativa stabilità, sia delle proprietà chimico-fisiche interne che comportamentali).
L’aumento della ventilazione avviene soprattutto nei momenti di stress acuto, mentre nello stress cronico accade l’opposto. Nello stress cronico, infatti, il muscolo diaframma risulta contratto e non permette un giusto equilibrio tra gli atti di inspirazione e espirazione. La respirazione in questo caso sarà corta. Un possibile cambiamento, dovuto al mal funzionamento diaframmatico coinvolgerà l’utilizzo di altri muscoli per compiere l’atto respiratorio. Verrà indotta una respirazione toracica, che sappiamo essere dannosa. La respirazione toracica potrà instaurare una rigidità a livello cervicale e nella parte alta della schiena.
Un diaframma che non funziona correttamente può condurre a deficit a livello circolatorio e digestivo.
- Digestione
Il Sistema Nervoso Centrale (SNC) e il sistema gastro-intestinale (SGI) sono intimamente connessi. È noto come lo stress possa portare a sintomi come dispepsia, diarrea o dolore addominale. L’interazione tra il SNC e l’SGI sono unificati dal sistema nervoso enterico (SNE) che gioca un ruolo fondamentale nella regolazione delle fisiologiche funzioni gastro-intestinali tra cui la secrezione, la motilità e il rilascio di vari neuropeptidi (piccole molecole di natura proteica liberate dalle cellule nervose in risposta a uno stimolo) e ormoni.
La corticotropina (CRF) ha un effetto importante sull’SGI per la modulazione dell’infiammazione, sull’aumento della permeabilità e della sensazione di dolore. Il SNC e SGI sono collegati anche alla flora intestinale: nelle situazioni di stress stimola cambiamenti.
Una lunga esposizione allo stress può generare un cambiamento nella regolazione del brain-gut axis (BGA), ovvero l’asse cervello-intestino, e a sua volta delle malattie gastrointestinali come il reflusso gastroesofageo (GERD), l’ulcera peptidica (PUD), malattie infiammatorie intestinali (IBD), la sindrome dell’intestino irritabile (IBS) e anche allergie alimentari.
- Sistema circolatorio
Il SNS e l’asse HPA giocano un ruolo fondamentale. La loro attivazione provoca un danno endoteliale e un aumento del rilascio di catecolamine, le quali a loro volta aumentano il rischio di aterosclerosi, malattie coronariche, eventi coronarici acuti e ipertensione.
Come interviene l’osteopata?
L’osteopata, tramite tecniche manipolatorie, riequilibrerà il Sistema Nervoso Autonomo (SNA), diminuendo l’attività del SNS, mantenendo il corpo in omeostasi e diminuendo i livelli di stress.
Il rilascio miofasciale del tratto cervicale potrebbe aumentare la risposta parasimpatica, mentre il trattamento dei tessuti molli suboccipitali sembrerebbe diminuire il tono simpatico. Le tecniche di “rib raising” o innalzamento della costola, se effettuate in modo lento, ritmico e ripetuto possono ridurre l’attività simpatica. La manipolazione cranica ha effetti regolatori sul SNA e con la tecnica del quarto ventricolo (CV4) avremo una diminuzione del SNS che a sua volta porterà un riequilibrio del SNA.
L’osteopata può utilizzare altre tecniche:
- Il rilascio della muscolatura suboccipitale: l’operatore mette le mani sul collo come se iniziasse la tecnica di rilascio miofasciale cervicale. La posizione viene mantenuta per una quantità di tempo necessaria al rilascio tessutale; tuttavia nessuna pressione viene applicata alla zona cervicale;
- La tecnica cranica di compressione occipitale (CV-4) riduce l’attività del SNS, come già dimostrato. L’attività muscolare del sistema nervoso simpatico (AMSN) è stata monitorata utilizzando le normali tecniche di micro-radiografica.
Come è stato dimostrato con l’osteopatia possiamo ridurre (se non del tutto eliminare) lo stress e permettere al paziente una vita più equilibrata.
Fonti:
apa.org
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